venerdì 16 marzo 2012

NOVITA’ IN LIBRERIA: Fruttero&Lucentini John Banville Fabio Bartolomei Philippe Claudel, Velibor Čolić Jelena Banfichi Di Santo Matthew Dunn Gian Luigi Gasparri Judith Hermann Erika Rigamonti Gare Santos Valeria Isacchini Brina Svit Jàchym Topol Nicola Verde

Entrate nella letteratura attraverso la porta aperta con intelligenza, ironia, sagacia, divertimento, mai banale, dalla compianta coppia Fruttero&Lucentini, di cui Avagliano pubblica I nottambuli (a cura di Domenico Scarpa). €. 15,00. 
Se amate i gialli raffinati – come, in fondo, li scrivevano anche Frutter& Lucentini – ma in questo caso con meno ironia e più crisi di coscienza gettatevi su “Un giorno d’estate” di John Banville (Guanda, €. 18,00).
Ma sempre in chiave di suspense, se volete proprio divertirvi, fa per voi “La banda degli invisibili” di Fabio Bartolomei, dove si narra di un gruppo di vecchietti, guidati da un ex partigiano, che organizza un rapimento: quello di Silvio Berlusconi (e/o €. 16,00).
Altrettanto surreale, ma con toni più drammatici “L’inchiesta” di Philippe Claudel, secondo Fabio Gambaro, di Repubblica “uno dei migliori romanzieri della sua generazione”, cioè classe 1962 (Ponte alle Grazie, €. 16,80)
Grande il mio amore per la narrativa balcanica. Nikita, una piccola casa editrice che ha fatto della sua “mission” quella di far conoscere al pubblico italiano gli autori dell’est europeo, pubblica  “Gesù e Tito” di Velibor Čolić: un romanzo che attraverso la passione per il calcio investiga sui miti del secolo breve. Tra i quali, per uno nato in Bosnia-Erzegovina nel 1964, non può mancare Tito.
Per restare in campo balcanico, segnalo il libro della scrittrice croata Jelena Banfichi Di Santo “La Casa in pietra grigia”, edito da Odoya, che al regime di Tito fa le pulci. L’autrice ora vive in Italia, a Bari.
Tutt’altro mondo quello di Matthew Dunn, ex agente del servizio segreto inglese MI6 che ci introduce in un mondo affascinante con il romanzo “Spykiller”, edito da Longanesi  (€. 17,60).  Da vecchia spia, posso dirvi che… affascina.
Volete invece farvi una risata su cose serie? Leggete “Strafalcioni, dove la cronaca si fa comica”, edito da La Lepre, in cui il giornalista del Resto del Carlino Gian Luigi Gasparri ha raccolto tutte le “puttanate” che i giornali hanno scritto. A giustificazione dei giornalisti va detto: che i tempi  in cui sono costretti ad operare sono molto ristretti. Ve lo dice uno che se ne intende. Ma, effettivamente, “migliorano le condizioni del carabiniere ucciso” è un po’ troppo.
A chi non ama ridere, ma solo leggere libri di grande spessore narrativo, consiglio “Alice” della tedesca Judith Hermann, edita da una piccola ma interessante casa editrice, le Edizioni Socrates.
E, per restare alle cose serie, e alle piccole case editrici,  non esitate a leggere “Binario 7” di Erika Rigamonti, che narra l’incubo di vivere in una famiglia apparentemente perbene, in realtà attraversata da una  perfida violenza. (Mobydick, €. 17,00)
Per restare nell’ambito delle famiglie infelici un altro romanzo da prendere in seria considerazione è “Un uso qualunque di te” di Sara Rattaro, edito da Giunti.
Più distensivo il romanzo d’epoca “Il colore della memoria”, edito da Salani. Quasi 600 pagine cariche di nostalgia, amore, calore e mistero – e che anche qui ha a che fare ancora con famiglie e segreti – a dir poco travolgenti. L’autrice è Gare Santos, nata in provincia di Barcellona, dov’è ambientato – negli anno Trenta  - il romanzo. Non perdetevelo.
Se poi non vi piacciono i romanzi, ma le storie vere ”Fughe”, edito da Mursia, fa per voi:  è il racconto – vero, autentico – dei soldati italiani prigionieri in Africa e in India – prigionieri degli inglesi - durante la guerra e che si sono dati alla fuga dai campi di concentramento o dalle prigioni in cui erano rinchiusi. Io ho conosciuto due soldati che erano prigionieri in India: un militare di carriera, diventato poi generale, amico di famiglia, e un altro soldato, vicino di casa in quel di Tor San Lorenzo dove avevo una piccola casetta al mare, poi venduta. Tornato in Italia, a Roma, aveva aperto un bar. Da lui, per la prima volta ho appreso che c’erano stati soldati italiani prigionieri in India durante la seconda guerra mondiale.  “Fughe” ne racconta l’epopea. Autrice è Valeria Isacchini, che di mestiere fa ‘insegnante e la bibliotecaria.Fughe
E, per tornare agli autori balcanici, forse in questo caso meglio dire mitteleuropei, segnalo il libro della slovena Brina Svit “Coco dias tango”, edito da Nikita. Nata a Lubiana nel 1964, vive in Francia. Non ci crederete, perché so quanto gli sloveni, per essere un piccolo popolo, tengono alla loro lingua, ma Brina Svit scrive in francese (salvo poi tradurre lei stessa i suoi romanzi in sloveno).  E’ il suo secondo romanzo tradotto in Italia. Il primo fu  “Morte di una primadonna slovena”, edito da Zandonai – piccole gloriosa casa editrice, anch’essa attenta ai balcanici – nel 2007.
Sempre edito dalla Zandonai, merito di quel grande editor  che è Riccardo Geri – purtroppo da poco licenziato  dalla casa editrice – merita di essere segnalato  il ceco Jàchym Topol  “L’officina del diavolo”, che ripercorre il mondo comunista criticando – in forme grottesche, alla Hrabal – secondo una visione consumista. Il dolore, l’orrore, cioè, reso business.
Ultimo libro di questa carrellata, quello dell’amico Nicola Verde “La sconosciuta del lago”, edito da Hobby&Work (€. 18,00), che racconta una storia vera, il ritrovamento del cadavere di una donna decapitata nei pressi di Roma. Però tutto è visto con occhi diversi. Quelli dei personaggi che in qualche modo hanno avuto a che fare con la vittima. A tirare le fila il commissario Leopardo Malerba, un tipo da prendere con le molle, stando alla sua dubbia moralità e ai metodi d’indagine un po’ troppo discutibili.
Buona lettura.   














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